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Ha senso parlare di "rivoluzione", oggi? Sì, se sappiamo produrre e articolare un pensiero in grado di definirla e prospettarne la praticabilità. Questo l'ambizioso obiettivo con il quale si cimenta l'autore a partire da una "revisione critica" della definizione di "rivoluzione" variamente proposta in ambito marxista. In particolare, Vertova individua il nocciolo della rivoluzione in una politica che mira a una costante riduzione del "saggio di sfruttamento", inteso come rapporto tra profitti e salari. Poiché la propensione al consumo dei salari è maggiore della propensione al consumo dei profitti, tale riduzione, nella prospettiva keynesiana - per cui è la domanda che determina l'offerta -, implica un rafforzamento della crescita economica. A partire da questo nocciolo teorico e politico, il saggio si sofferma sull'imperialismo e la guerra, come forma di conservazione delle rendite di posizione, e su una serie di questioni di stretta attualità quali l'immigrazione, il riscaldamento globale e la costruzione dell'Unione europea.